Una dolce speranza contro i superbatteri

Una tossina vegetale dalle promettenti proprietà antibiotiche potrebbe ora sviluppare tutto il suo potenziale, grazie a uno studio che ne ha osservato più da vicino il funzionamento. L’albicidina è una molecola prodotta da un patogeno della canna da zucchero, lo Xanthomonas albilineans, responsabile di una malattia nota come scottatura delle foglie. Da tempo si sa che è altamente efficace contro i superbatteri più pericolosi per l’uomo, come l’Escherichia coli e lo Staphylococcus aureus, che stanno diventando resistenti anche agli antibiotici di ultima risorsa, quelli che si impiegano quando nessun altro trattamento ha funzionato.

Gli esperti ritengono l’albicidina uno dei più potenti candidati antibiotici mai individuati negli ultimi decenni. Finora però i tentativi di riprodurla per uso farmacologico si erano arenati contro uno scoglio: non si capiva in che modo la sostanza interagisse con il suo “obiettivo”, un enzima – la girasi – fondamentale nel processo di duplicazione del Dna nei batteri. Un team internazionale di scienziati coordinati dal John Innes Centre ha sfruttato la microscopia crioelettronica per fotografare il modo in cui l’albicidina si lega alla girasi. Si è così capito che l’albicidina forma una specie di “L” che impedisce alla girasi di riunire le due estremità del Dna e di svolgere il suo lavoro. Come spiegano i ricercatori, agisce in modo analogo a una chiave inglese incastrata di traverso tra due ingranaggi.